Pubblicato il: 16 Dicembre 2024
Remarketing e retargeting sono due strategie pubblicitarie per recuperare i clienti online che già hanno intercettato il tuo prodotto o servizio ma hanno abbandonato il checkout. Oppure non lo hanno proprio iniziato, mostrando solo interesse sulla pagina web.
Chi ha un sito web o ha deciso di realizzare un e-commerce sa bene che non tutte le visite si trasformano in vendite. Anzi, spesso i tassi sono relativamente bassi (ad esempio sotto l’1%) ma non per questo dobbiamo temere per le vendite online. In primo luogo perché c’è una relatività di fondo rispetto ai dati: un tasso di conversione basso in relazione a un prodotto altospendente può essere comunque un buon risultato.

E poi bisogna ricordare che un utente che visita il sito web, sfogliando alcune pagine senza acquistare o mandare richiesta di preventivo, può essere comunque recuperato. In che modo? Attraverso le tecniche di remarketing e retargeting, soluzioni raffinate. Vuoi approfondire? Ecco di cosa stiamo parlando.
Indice
Cos’è il retargeting e a cosa serve
Iniziamo dalle definizioni delle attività. Con i termini remarketing e retargeting non intendiamo la stessa cosa. Infatti, la seconda tecnica rappresenta un tipo di pubblicità online (display advertising) che propone annunci ADV in base alle azioni svolte dagli utenti. Questo avviene grazie a dei pixel di tracciamento – delle stringhe di codice – installati lato HTML sul portale che impongono anche un adeguamento lato comunicazione.
Infatti, esistono una serie di regole da rispettare per fare in modo che il sito web sia a norma dal punto di vista della privacy e del GDPR. In altre parole, il remarketing dinamico permette di creare degli annunci pubblicitari su misura e mostrarli al singolo utente per mostrare ciò che ha visualizzato in precedenza, con l’obiettivo di seguirlo (non inseguirlo) e convincerlo nell’acquisto. Sì, tutto questo è molto efficace se fatto bene.
Esempio: vado su Amazon, guardo delle tazze per il caffè, sfoglio alcune foto e poi esco. Dopo 5 minuti su Facebook vedo le pubblicità degli stessi prodotti. Ciò significa che monitorando il comportamento del pubblico si creano annunci iper rilevanti, che hanno come obiettivo l’aumento diretto delle conversioni.
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Remarketing, una definizione specifica
Spesso i termini remarketing e retargeting vengono utilizzati come sinonimi. In realtà non sono la stessa cosa, infatti nel primo caso intendiamo una serie di attività che sfruttano l’email marketing per raggiungere l’utente che già è entrato in relazione con il brand e ha lasciato un contatto di posta elettronica.
Magari ha effettuato un acquisto o ha avuto modo di scaricare un contenuto, ha partecipato a un evento, ha sfruttato un coupon o uno sconto. Quindi, il proprietario del brand ha la possibilità di inviare una newsletter o una DEM a un pubblico targettizzato per proporre una vendita. Magari un’attività di cross o up selling.
Oppure, vuole ricordare all’utente che c’è un prodotto nel carrello che deve essere acquistato perché sta aspettando da qualche giorno. Anche le attività di notifica rientrano nell’universo del remarketing: se un abbonamento è in fase di scadenza si può ricordare al pubblico che c’è un acquisto da portare a termine.
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Differenza tra remarketing e retargeting
Una volta definite le due opzioni dobbiamo chiudere il cerchio: non stiamo parlando della stessa cosa anche se in alcuni casi si lavora sia su remarketing che sul retargeting sullo stesso progetto. Ci sono delle differenze.
Il remarketing dialoga con un utente che ha già lasciato un contatto nel form e ha dimostrato un interesse per la tua offerta, il retargeting punta su un pubblico che ha solo sfogliato le pagine web e che si trova nella fase alta del funnel di vendita. Inoltre, si sfruttano tecniche differenti tra remarketing e retargeting: in quest’ultimo caso parliamo di display advertising mentre nella prima opzione abbiamo un buon lavoro di email marketing.
Gli strumenti per fare remarketing e retargeting
In primo luogo dobbiamo ricordare che esistono soluzioni ben definite per lavorare con queste strategie per aumentare le vendite online. Iniziamo con il retargeting: sono le stesse piattaforme di advertising che mettono a disposizione dei percorsi per avviare la pubblicazione di messaggi utili a recuperare potenziali prospect.

Lo puoi fare con Facebook (o meglio, con le piattaforme del gruppo Meta) e con Google: in entrambi i casi bisogna installare un pixel di tracciamento e procedere con la raccolta dei dati per il target di riferimento. In questo modo il lavoro è di estrema precisione e si evitano sponsorizzate che non intercettano il target utile.
Rispetto al remarketing, la soluzione ideale è quella che contempla un buon uso delle piattaforme di email marketing come, ad esempio, Mailchimp o Mailup. In questi casi hai degli automatismi di base che consentono al proprietario del sito web di creare delle campagne basate su cookie di tracciamento che continuano a operare e a registrare le attività del pubblico fin quando non c’è una precisa azione di cancellazione.
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Rischi e benefici di remarketing e retargeting
Leggendo le definizioni e le descrizioni di queste metodologie per ottenere maggiori vendite viene subito in mente un passaggio: attiviamo in breve tempo queste attività perché vogliamo aumentare i profitti.
In effetti, remarketing e retargeting dinamico sono attività che possono fare la differenza. Ma è anche vero che un confronto troppo agguerrito su questo fronte può portare a un effetto contrario: le persone tendono ad allontanarsi e a trovare invadente una campagna pubblicitaria che insegue in modo ossessivo l’utente.
Per questo le attività di remarketing automatizzate e retargeting dinamico devono essere affrontate da realtà specializzate. Noi, ad esempio, possiamo gestire al meglio il lavoro su diverse piattaforme (Facebook Ads e Google Ads su tutte) e aiutarti a trovare i clienti giusti, recuperando carrelli abbandonati di un e-commerce.

